APRIMI FRATELLO
Ho bussato alla tua
porta ho bussato al
tuo cuore per avere
un letto
per avere del fuoco
perché mai
respingermi ?
Aprimi fratello !
Perché
domandarmi se
sono dell’Africa
se sono
dell’America se
sono dell’Asia
se sono dell’Europa
? Aprimi fratello !
Perché domandarmi
quant’è lungo il mio
naso quant’è spessa la
mia bocca di che
colore ho la pelle
che nome hanno i
miei dei ? Aprimi
fratello !
@Nicola Vinciguerra, Fratelli, Azzorre
Io non sono
nero io non
sono rosso io
non sono
giallo io non
sono bianco
non sono altro che un
uomo. Aprimi fratello !
Aprimi la porta
aprimi il tuo cuore
perché sono un
uomo l’uomo di
tutti i tempi l’uomo
di tutti i cieli
l’uomo che ti
somiglia !
di RENE PHILOMBE
La Giornata internazionale della solidarietà umana è stata istituita dall’ONU il 31 agosto del
2005 con l’intento di sensibilizzare le persone nei confronti di chi vive una vita disagiata e
difficoltosa, in nome di uno slancio di generosità, di collaborazione e di sostegno verso il prossimo,
con l’obbiettivo di celebrare la nostra unità nella diversità e per accrescere la consapevolezza
pubblica dell’importanza della solidarietà.
«La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale» (costituzione della Repubblica Italiana, art.2)
Il principio di solidarietà è ben espresso anche nella nostra Costituzione ed il senso e l’etimo
della parola ci rimandano ad una relazione di fratellanza e di assistenza reciproca. La solidarietà è
sostegno reciproco nel modo in cui ogni parte di un solido sostiene l’altra per il fine di un bene
comune e dunque la coesione rende possibile qualsiasi gesto solidale. Giacomo Leopardi ne “La
Ginestra” (arbusto simbolo di flessibilità e resistenza) affermava che l’unica salvezza per gli uomini
fosse la solidarietà, la « social catena» che permette agli uomini di reagire alle ingiustizie della
natura.
«La solidarietà è nemica dell’indifferenza»
La solidarietà è nemica dell’indifferenza perché è dono incondizionato agito volontariamente, cioè
con la volontà di fare del bene; si manifesta verso i poveri, gli anziani, i malati, i diversamente abili
ma per prima cosa si manifesta verso noi stessi, arricchisce il nostro spirito e lo rende vulnerabile
all’amore e all’accoglienza. Viviamo in una società in cui “forse” prevale l’affermazione
individuale e andare incontro e non in soccorso all’altro senza nessun tipo di tornaconto personale
rappresenterebbe per qualcuno un gesto rivoluzionario ma non è così; la solidarietà è parte della
natura altruistica dell’uomo da sempre ed oggi ancora di più. Siamo circondati da gesti solidali ogni
giorno e non è necessaria la storia lontana per far riemergere ricordi di essa. Prendiamo ad esempio
quello che nello scorso mese di novembre è accaduto nella nostra amata ed inimitabile Venezia
quando un gruppo di volontari, chiamati “gli angeli dell’acqua alta”, dopo la marea record della
notte tra il 12 ed il 13, hanno raccolto quasi 2 tonnellate di rifiuti accumulati. Ma non solo. Se
guardiamo alle storie delle persone comuni troviamo tracce ovunque nel mondo di solidarietà,
come quella del piccolo Zejd, bimbo Bosniaco di sei anni non udente dalla nascita che alcuni anni
fa, in una piccola scuola di provincia, ha sperimentato la solidarietà e la stima di tutti i suoi
compagni di classe e della sua insegnante che per aiutarlo e poter comunicare con lui, hanno
imparato la lingua dei segni. O ancora la storia di Adriana, nonna di Lanciano bravissima a
lavorare l’uncinetto che ad inizio mese, in ricordo della nascita del suo nipotino di quattro anni, ha
deciso di donare al reparto della Terapia intensiva neonatale di Chieti scarpine in lana a tutti i
bimbi nati prematuramente. La solidarietà non è così lontana come magari a volte pensiamo, è
molto più vicina di quanto immaginiamo, per questo dobbiamo riconoscerla nei gesti che ci
circondano ogni giorno, sia in quelli lontani che in quelli più vicini come in quello delle donne
Indiane che creano maglioni agli elefanti per il freddo anomalo dei mesi invernali o nel gesto nel
tenero Stuart, tredicenne Gallese che ha salvato oltre 100 pesci trasportandoli uno ad uno da un
fiume reso arido dalla siccità in zone più ricche di acque.
La solidarietà, soprattutto quella verso le persone, per esistere ed essere produttiva ha bisogno di
reciprocità come in qualsiasi forma di relazione. Necessario è l’incontro tra la capacità del dono e
la capacità del riceverlo un dono, il desiderio cioè di rendersi vulnerabili in un determinato
momento della nostra vita al sostegno dell’altro; la capacità ricettiva e l’accettazione dell’aiuto
dell’altro dunque rendono il gesto volontario solidale. In questa condizione dell’animo anche un
piccolo gesto può contribuire a cambiare le cose come la soddisfazione di regalare un semplice
sorriso a chi è disposto ad accettarlo.
La data del 20 dicembre coincide con la creazione del Fondo di solidarietà mondiale, avvenuta nel 2002.
L’obbiettivo del fondo è quello di eliminare la povertà e promuovere lo sviluppo umano e
sociale nei paesi in via di sviluppo, in particolare tra le fasce più povere della popolazione.
Indubbiamente ci sono contesti nel mondo dove la necessità di intervento è prioritaria rispetto ad
altre zone ma, io credo fortemente che la prima espressione della solidarietà debba ritrovarsi nella
famiglia; non è necessario partire in terre lontane per agire solidarietà, quando spesso non ci
accorgiamo del “fratello” che abbiamo accanto e niente come il Natale prossimo all’arrivo può
ricordarcelo. La natura solidale dell’uomo si manifesta in primis verso chi ci è più prossimo
appunto, nei piccoli gesti quotidiani del nostro vivere perché per andare lontano prima dobbiamo
imparare a stare vicino.
«Insieme possiamo fare qualcosa»
A cura di Nicola Vinciguerra
Dott. in Scienze Turistiche
Educatore professionale – Fotografo
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